sabato 7 maggio 2011

La Corrida

Corrida: La Plaza de Toros
Si dice che i primi matador siano stati i greci, gli etruschi, i romani. Quel che è certo è che ancora la Corrida Spagnola è una delle manifestazione più amate ed odiate di tutti i tempi, osannata e contestata da fior fiore di personaggi noti e meno noti - Vargas Llosa ha affermato che vietarla sarebbe un’enorme perdita per l’arte, la tradizione e la cultura spagnola e per Hemingway era una sorta di manifestazione del sublime - da molto tempo, ormai, divide l’opinione pubblica spagnola, e  non solo quella.

Si tratta di una manifestazione a metà tra lo sport e lo spettacolo, disciplinata in tempi recenti da una legge nazionale che ne regola modalità esecutive e tempi di rappresentazione e che reca il musicale nome di Ley Taurina.


Lo spettacolo si svolge in tre tempi detti tercios. In una prima fase sfilano nell’ordine tutti i protagonisti:  i due araldi a cavallo, cui il presidente simbolicamente consegna le chiavi per aprire il cancello ai tori, i toreri e, a seguire, i due picadores a cavallo e i tre banderilleros.

Ciò che segue è l’immagine  nota a tutti di un torero temerario  che  provoca un toro già infuriato un drappo fuxia dall’interno giallo (il capote), mentre il picador cerca di colpire l’animale sul collo con una lancia appuntita, così da costringerlo a tenere la testa bassa per il tempo seguente.
Protagonisti del secondo tercio sono i banderilleros, incaricati di  piantare sul dorso del toro tre paia di banderillas, per prepararlo al colpo letale.

Dall’inizio del terzo tercio il matador dispone di soli dieci minuti per uccidere l’animale e, nel caso fallisse, dovrà subire l’umiliante rito dei  fischi del pubblico, mentre il toro eroicamente sopravvissuto sarà curato a dovere.
Qualche che sia l’esito della battaglia, se l’animale avesse comunque dato prova di un carattere particolarmente indomito e valoroso, per assicurarne una progenie il pubblico potrà comunque chiedere che sia graziato (si parlerà, in tal caso, di toro indultado).

L’impegno delle associazioni animaliste nella lotta a questa tradizione in effetti decisamente cruenta e fondata sul mero spirito di divertimento di chi assiste, e sull’ingiusta sofferenza dell’animale inerme che la patisce,  ha portato, nel 2002,  all’approvazione di una legge da parte del  parlamento catalano che ha definitivamente proibito le corride a partire dal 2012.

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