sabato 7 maggio 2011

Balli Spagnoli

La danza fa parte della tradizione e della cultura spagnole dalla fine del Quattrocento, quando si intrattenevano i califfi arabi durante le feste di corte.

C’è da dire poi che la cultura spagnola ha molto influenzato anche l’Italia, sia per la dominazione che c’è stata nel Mezzogiorno, sia anche per la vicinanza dal punto di vista geografico che ha permesso uno scambio culturale in dosi sempre maggiori (si basti pensare che la chitarra è entrata a far parte della nostra cultura solo dopo che gli spagnoli portarono la “chitarriglia”).


Le danze di corte iniziarono a definirsi nella loro struttura ed a darsi dei nomi solo nel corso del sedicesimo secolo, utilizzando nomi che per noi risultano semisconosciuti come “pasacalle, sarabanda, los seies, la ciaccona” ed un grande numero di balli popolari.
Altro ballo che suona istintivamente più conosciuto o almeno “sentito dire”è il fandango. Nato verso il 1700, è una danza di coppia accompagnata con nacchere e chitarra e a volte cantata, derivata molto probabilmente dalla chica, una danza africana.

Naturalmente ogni regione e provincia spagnola ha la sua “versione” del fandango che ha radici antiche di secoli ma ciò che accomuna tutte queste varianti dell’antenato per eccellenza del flamenco, sono la passionalità e la sensualità, ingredienti principali di questa danza.
Sempre nel 1700 nasce anche il “bolero”: danza popolare il cui nome deriva dal ballerino (ma anche dalla tipica giacca molto corta usata per ballarlo), nata dopo la “crisi” del fandango, considerato un ballo troppo sensuale per il perbenismo dell’epoca.

Il bolero invece addolcisce gli elementi di sensualità presenti nel fandango anche se resta una danza di corteggiamento.

Nei testi dei boleri compaiono tre opzioni: l'amore corrisposto, l'amore non corrisposto, l'amore tradito. L'amore corrisposto suppone una corrente a doppio senso, quello non corrisposto implica una devozione unilaterale, quello tradito presuppone che sia esistita un'armonia affettiva interrotta da una delle due componenti. Le parole del bolero sono quasi sempre una storia di sofferenze e di rassegnazione, e a volte anche di trionfo, una volta superata la tappa dell'afflizione.
La danza più famosa però, considerata per eccellenza la “danza tipica spagnola” è il flamenco.
Ballo originario dell’Andalusìa, (dei gitani del sud della Spagna), nato verso il diciannovesimo secolo, comprende più di cinquanta generi-detti palos (eccone qualcuno: bulerías, il seriosoleares, l'alegrías, la malagueñas, il cantos grandes, la siguiriyas gitanas….)

Il nome è un termine spagnolo che significa “fiammingo”, proprio delle Fiandre, una regione settentrionale del Belgio ma ancora non si riesce bene a capire il collegamento fra il nome e la Spagna..
Il suo costume tradizionale risale alla moda Andalusa del XIX sec. quando il flamenco salì per la prima volta sui palcoscenici. Da allora sino ai giorni nostri, le donne si agghindano con scialle, ventaglio e un lungo abito a balze, mentre gli uomini indossano pantaloni neri attillati e cappelli piatti alla cordovana.

Per essere davvero precisi però, il flamenco nasce come “canto” a cui successivamente sono stati aggiunti musica e danza, affiancati dallo "jaleo" (incitazioni a voce) e dal "palmas" (battito delle mani).
Il flamenco è uno spettacolo coinvolgente, dove la storia e l’animo della Spagna rivive ai giorni nostri con spirito fiero e nostalgico. Se da un lato è possibile vedere questo spettacolo in qualsiasi parte della Spagna ci si trovi, è anche vero che i prezzi non sono dei più bassi: il flamenco resta una danza “di alto livello” e quindi viene considerata tale anche sul piano economico.
Se vi trovate in Spagna però non perdete l’occasione di assistere alla Sardana, ballo tipico della Catalogna (chiamato così probabilmente dopo l’occupazione della Sardegna). Danza che non è sensuale o passionale ma che conserva un che di “caliente” nel suo modo di unire persone di qualunque razza o sesso perché si basa su regole precise dove le mani si intrecciano e le persone formano veri e propri “cerchi umani”.

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